“Bubalus” è il nome del progetto fotografico di Ottavio
Celestino, che ha immortalato delle bufale nelle proprie stalle, come fossero modelle.
Bufale in enormi ritratti in bianco e
nero, quasi in dimensione reale, interpretate come Regine produttrici dell’oro
bianco, riprese in primissimo piano su di un fondo bianco evanescente, come se
fossero delle top model. Questo è “bubalus”, il progetto site-specific delfotografo Ottavio Celestino per il Mini Caseificio Costanzo.
Celestino celebra la vera materia prima
che dà vita all’azienda e il suo radicamento sanguigno con il territorio
aversano. Queste sagome leggere ma fortemente espressive con i loro profondi
occhi neri, in contrasto con pareti bianche del ristorante, saranno delle
presenze familiari rassicuranti, testimoni di una filiera di produzione
improntata solo ed esclusivamente alla ricerca della qualità complessiva.
“Per realizzare queste sue immagini il
fotografo ha allestito un vero e proprio set – così il critico fotografico e
saggista Diego Mormorio –, dove gli animali sembrano muoversi con una certa
seriosità, come modelle sicure della propria bellezza. Celestino ha scelto di
usare il fondo bianco. Ha voluto che nulla distraesse lo sguardo della fisicità
delle bufale, dalla loro presenza. Così le bufale mostrano tutto il loro peso,
il loro carattere, una certa selvatichezza.
Il fotografo interpreta e celebra
la vera materia prima che dà vita all’azienda e il suo radicamento sanguigno
con il territorio aversano. Agli occhi di chi guarda all’intreccio delle cose,
queste bufale sono un’immagine dell’Italia, così come la moda di cui le modelle
popolano le passerelle. Come nella moda, il nostro Paese è, infatti, importante
nella qualità dell’alimentazione, nella tipicità dei prodotti. Dunque, se nelle
immagini di Ottavio Celestino le bufale si danno delle arie, fanno bene”.
Le otto opere, in stampa digitale a
getto d’inchiostro su carta Hahnemuhke (in formati 100x150, 90x130 e 150x75), hanno
tiratura limitata a 7 esemplari e resteranno esposte in maniera permanente
presso il ristorante “Costanzo” in via Vito di Jasi ad Aversa (ingresso
libero).
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